Di Ugo su Mercoledì, 14 Febbraio 2018
Categoria: DSA-BES

Perché è così importante la memoria di lavoro?

Dott. Jacopo Lorenzetti ​- 
La memoria di lavoro (working memory) gioca un ruolo fondamentale in processi cognitivi semplici e complessi.
Ogni giorno viene usata anche nella banalità della routine quotidiana: leggere gli articoli di un giornale, calcolare l'ammontare della spesa al supermercato, confrontare mentalmente pro e contro di diverse offerte di lavoro o magari le più svariate e possibili combinazioni per riarredare il proprio salotto. Tutti questi compiti cognitivi richiedono la capacità di mantenere delle informazioni "attive" in memoria, senza le quali è difficile giungere alla migliore risposta possibile. Questa è quindi la memoria di lavoro.
Partendo dalla teoria di Baddeley (1986), sono stati sviluppati numerosissimi modelli, alcuni anche in conflitto tra loro, per spiegarne le dinamiche, e non si è ancora giunti ad una spiegazione universalmente accettata. C'è chi la descrive come l'insieme di più componenti o "magazzini" (Baddeley e Logie, 1999), chi la considera una "porzione attivata della memoria a lungo termine" (Cowan, 1988, 1995). E c'è anche chi parla di "memoria di lavoro a lungo termine" (Erikson & Kintsch, 1995).

È dunque possibile migliorare una facoltà così importante del nostro cervello?
Sì, ed è anche consigliato: infatti chi ha difficoltà scolastiche (DSA e BES) spesso ha anche difficoltà di memoria di lavoro. Inoltre è una delle prime funzioni che iniziano a decadere in età anziana. Ecco alcuni esempi di "training":