Psicologia e Apprendimento

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Bullismo, luoghi comuni e conseguenze

Da anni il bullismo è sotto i proiettori della scuola, delle famiglie e della cronaca. Nel tempo si sono create false credenze rispetto a questo fenomeno, i dati possono aiutarci a smentirle e ad avere un'idea più chiara della portata di questo problema sociale.

"Gli atti di bullismo si concentrano soprattutto nelle zone più povere e degradate".
Più della metà dei casi nazionali di bullismo si sono verificati nel nord Italia e la maggior parte delle vittime sono di nazionalità italiana.

"Il bullismo è una questione prevalentemente maschile".
Se è vero che il 60% dei bulli sono maschi, è bene non sottovalutare che le ragazze sono più di frequentemente vittime di cyberbullismo. Inoltre, mentre tra il genere maschile prevalgono le forme dirette, tra le femmine la differenza tra quelle dirette ed indirette è minima, quindi più difficilmente identificabile.


"Il bullismo è un fenomeno tipicamente adolescenziale".

Sebbene le richieste d'aiuto arrivino soprattutto da preadolescenti e adolescenti, l'età di esordio si sta abbassando, i primi episodi si segnalano addirittura intorno ai 5-6 anni, e in più di 1 caso su 4 le vittime hanno meno di 10 anni.

Si sentono poi spesso frasi come: "Il bullismo è solo una ragazzata" oppure "Bisogna contrastare la violenza fisica, le prepotenze fanno parte della crescita".
Queste affermazioni tendono a non tenere in considerazione la portata del problema. Le vittime di bullismo possono presentare sintomi fisici come mal di pancia, mal di stomaco, mal di testa, sintomi psicologici quali disturbi del sonno, incubi, attacchi d'ansia, svalutazione della propria identità, scarsa autostima, fino a sviluppare vere e proprie psicopatologie come la depressione, comportamenti autolesivi. I bulli possono presentare un calo nel rendimento scolastico, difficoltà relazionali, disturbi della condotta e veri e propri disturbi antisociali.



"Le scuole possono far poco per contrastare il bullismo".
La scuola è uno dei luoghi principali in cui avvengono gli atti violenti, ma anche quello in cui gli adulti, come gli insegnanti, sono maggiormente a contatto con i giovani. Quindi si presta sicuramente come luogo principale in cui fare prevenzione ed intervento. E' importante promuovere a tal fine attività educative che promuovano competenze emotive ed empatiche al fine di migliorare il clima in classe, creare spazi di ascolto diretti per i ragazzi e dotare la scuola di un sistema che stabilisca azioni e responsabilità in modo da intervenire e gestire immediatamente i casi conclamati di bullismo.

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