Sarò al pari di un genitore biologico? Mio figlio mi vorrà bene ugualmente? Come dovrò comportarmi quando mi chiederà dei suoi genitori biologici?
Il genitore "vero" del bambino non è chi mette al mondo un bambino ma chi si prende cura di crescerlo, tutelarlo e accudirlo. I bambini sono predisposti fin dalla nascita a costruire un legame di attaccamento con le figure principali di riferimento, le quali hanno il compito di essere la loro "base sicura" per esplorare l'ambiente che li circonda: le qualità di queste iniziali relazioni influenzano quelle successive e la loro personalità. La personalità di un bambino non è, quindi, determinata completamente dall'apporto ereditario ma anche da come l'ambiente educa il bambino, il clima sereno e l'affetto che può donargli per uno sviluppo sano. L'ereditarietà riguarda solo i tratti somatici, come il colore degli occhi e dei capelli, la forma del naso e delle orecchie; la predisposizione ad alcune attività (es. musicali, pratiche, verbali); le capacità intellettive invece hanno sì una componente ereditaria, ma è l'ambiente che gioca un ruolo determinante per lo sviluppo o non sviluppo di queste capacità, mediante l'apporto di positive o negative relazioni familiari. Questi cambiamenti sono chiamati epigenetici e sono permessi quindi dall'interazione tra l'individuo e l'ambiente, il quale può modificare l'attività dei geni senza, ovviamente, cambiare la sequenza del DNA: grazie al vostro sostegno e incoraggiamento, ad esempio, un bambino con temperamento inibito può riuscire ad aprirsi a nuove opportunità e a non aver paura di queste e degli altri. Non scoraggiatevi di fronte alle prime difficoltà, voi potete incidere sulla vita e sul benessere del bambino che avete adottato che diventerà a tutti gli effetti vostro figlio.
Voi genitori adottivi avete tre principali compiti:
- riparativo, per la ferita di abbandono e di rifiuto che ha il bambino adottato;
- narrativo, per la storia che questi bambini si portano dietro;
- contenitivo.
Avete, quindi, la funzione di dare al bambino gli strumenti per aiutarlo ad elaborare i suoi sentimenti sull'abbandono e a costruire la sua identità, facendogli esprimere i suoi vissuti; la storia passata del bambino dovrà essere custodita finché verrà il momento che il bambino potrà comprenderla – nel frattempo potete raccontargliela tramite parole adatte alla sua età. Raccontate come la coppia si è conosciuta e come avete deciso di adottarlo. Durante l'adolescenza assumerete un compito contenitivo perché dovrete riuscire a tollerare e accogliere la rabbia tipica di questa fase, pensando che questa è una emozione dettata dal bisogno di risposte: il ragazzo rielaborerà la sua vita, la sua storia, tra il passato, presente e il futuro, trovando il suo senso di appartenenza alla famiglia adottiva e gli strumenti per poi riuscire a separarsene. I bambini adottati avranno prima o poi il bisogno di fare domande sul proprio passato ed è importante rispondere con empatia per aiutarli a dare un senso al proprio passato, facendogli vedere le cose buone della sua vita per affrontare il dolore in modo resiliente: reperite quante più informazioni possibili sulla famiglia biologica, dandogliele un po' alla volta in base alla sua età, per riuscire a guidarlo nel trovare i corretti significati agli eventi. Cercate di non dare giudizi sui suoi genitori biologici, nemmeno positivi perché rischiano di colpevolizzare il bambino: "se mia madre era così buona perché mi ha abbandonato? Ho qualcosa di sbagliato?". È utile per questi bambini capire il perché sono stati abbandonati ma è ancora più importante aiutarli ad accettare le loro emozioni derivanti da questo e a costruire una loro identità, interpretando e comprendendo ciò che è successo al momento del loro abbandono. Anche voi probabilmente avete subito una perdita: la sterilità. Parlate ed elaborate insieme i vostri vissuti, entrambi avete subito un "lutto": ditegli che avete trovato in lui proprio quello che desideravate. Il lutto è quello di un bambino immaginato e atteso che non è mai arrivato: per superare queste fantasie che non avete realizzato, dovete elaborare e risolvere i sentimenti legati all'infertilità e al lutto e ricordarvi che il bambino che adottate non è un "rimpiazzo" ad un vostro bisogno, ma è lui ad aver bisogno di voi, di cure, di amore e di presenza. Il bambino che adotterete non sarà il bambino che avete immaginato ma un bambino con bisogni, necessità e caratteristiche differenti. Se adottate un bambino già in una età più grande dei 5 anni dovete informarvi e valorizzare le sue autonomie, le sue abitudini, per non cambiare velocemente il suo modo di vivere. I bambini di queste età possono aver già vissuto eventi e momenti negativi e possono vivere con timore anche solo una carezza perché probabilmente figli di genitori alienanti, assenti, anaffettivi, violenti.
Dovrete essere coscienti che i momenti negativi ci saranno a causa della loro maggiore fragilità emotiva, della scarsa fiducia in loro stessi, del senso di colpa e della poca fiducia riposta in loro stessi e negli altri: fategli sentire che può sempre parlare con voi, di qualsiasi cosa ed emozione che sente. Voi genitori dovrete valorizzare e confermare il vostro amore e, con la vostra disponibilità, percepirà di poter essere amato e di meritare amore. Un bambino abbandonato non ha sviluppato un attaccamento sicuro e sarà vostro compito quello di crearlo togliendogli la convinzione che lui è cattivo e potrebbe subire un altro abbandono: lui è amato nonostante i suoi comportamenti negativi.
Oltre ai compiti già elencati, ricordatevi di: dimostrarvi sufficientemente sensibili ai suoi bisogni e disponibili alle sue emozioni, sintonizzandovi con esse e regolandole per dare a lui gli strumenti per poi farlo da solo; accettate vostro figlio per quello che è, anche quando emette risposte e comportamenti negativi, quindi non giudicatelo ma fategli capire il perché dei suoi comportamenti non corretti: questo è fondamentale per la sua autostima. Inoltre, prendete in considerazione le sue idee per promuovere l'autonomia e l'autoefficacia, in un clima di appartenenza familiare pur nel rispetto delle diversità culturali se ci sono; bilanciate i comportamenti amorevoli con quelli autorevoli nella sua educazione: dategli regole e limiti con un senso, agite con compromessi presi insieme al bambino/adolescente facendolo sentire coinvolto nelle decisioni, quindi accettato.
Per contattare enti che si occupano specificatamente di adozione nella vostra regione, per chiedere supporto, consigli, cliccate su questo link: https://www.italiaadozioni.it/la-famiglia/le-associazioni-dei-genitori/
Bibliografia
https://www.genitorisidiventa.org/notiziario/origini-biologiche-il-ruolo-del-genitore-adottivo-quali-compiti
https://www.guidaconsumatore.com/pianeta_donna/genitori_adottivi.html
http://www.alessiamanarapsicologa.it/project/3-compiti-della-famiglia-adottiva/
https://www.giustiziainsieme.it/it/news/129-main/minori-e-famiglia/1604-crisi-adottive-minori-devianti-e-neuroscienze-prove-di-dialogo
https://www.stateofmind.it/tag/adozioni/
https://www.stateofmind.it/2019/04/genitorialita-adozione/#:~:text=Nel%20processo%20di%20adozione%2C%20costruire,nel%20ruolo%20di%20veri%20genitori.
https://www.stateofmind.it/2019/05/attaccamento-adozione/
http://www.grusol.it/informazioni/26-02-11ter.PDF
https://wonderwhy.it/le-molte-cose-che-ancora-non-sappiamo-sul-dna/