Di Ugo su Domenica, 12 Settembre 2021
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La metacognizione: alla base dell’apprendimento

Il termine "metacognizione" fu coniato dallo psicologo dell'età evolutiva statunitense John H. Flavell nel 1971, il quale intraprese studi sulla conoscenza riguardo alla memoria e alle attività di memorizzazione che egli chiamò «metamemoria».

Con metacognizione si designa la consapevolezza ed il controllo che l'individuo possiede dei propri processi cognitivi. La metacognizione, dunque, consente di approfondire i nostri pensieri e, quindi, anche di conoscere e dirigere i nostri processi di apprendimento. È un processo di autoriflessione sul fenomeno conoscitivo, su cosa e come stiamo imparando e su quali sono le nostre motivazioni, su cosa sappiamo o crediamo di sapere, in relazione a noi come studenti, alle abilità didattiche, al compito che dobbiamo affrontare. È un imparare ad imparare.
L'individuo sviluppa conoscenze rispetto ai propri processi cognitivi e al loro funzionamento, imparando ad autoregolarli e monitorarli.

La metacognizione e l'apprendimento
Esiste un'importante relazione tra metacognizione e apprendimento. I ragazzi vanno incoraggiati a prendere consapevolezza del modo in cui affrontano i compiti cognitivi, si insegna loro a gestire in modo efficace i processi che mettono in atto e a scegliere una strategia adeguata.
Grazie all' approccio didattico metacognitivo, i ragazzi sono protagonisti attivi del loro apprendimento. Diventano consapevoli e compiono una serie di valutazioni che permettono loro di raggiungere efficacemente gli obiettivi prefissati: la stima della difficoltà del compito stesso, la previsione del tempo necessario per svolgerlo, la quantità di risorse che verranno impiegate, il monitoraggio dell'esecuzione, l'anticipazione del risultato e la valutazione dello stesso.