Tutti questi fattori contribuiscono quindi a portare alcuni bambini plusdotati ad avere uno scarso rendimento scolastico, risultando sempre di più un fattore di preoccupazione per i genitori. Del Siegle, professore associato di psicologia educativa presso l'Università del Connecticut e presidente dell'Associazione Nazionale per i bambini plusdotati, propone delle strategie genitoriali che possono aiutare i propri figli ad apprezzare la scuola e dargli maggiormente significato, aumentando motivazione e autodeterminazione:
- Aiutare i propri figli a sviluppare curiosità per il mondo circostante, mostrando curiosità a propria volta. È importante dimostrare ai bambini che la curiosità si trasforma in azione: una domanda su un argomento di scienze, per esempio, potrebbe portare a dover cercare la risposta su internet o su un'enciclopedia;
- Coltivare la curiosità e incentivare l'amore per l'apprendimento dei propri figli attraverso esperienze al di fuori della scuola che possano aiutarli a esplorare i propri interessi;
- Apprezzare la scuola a loro volta per far sì che anche i propri figli possano apprezzarla, mostrando loro quanto le esperienze scolastiche siano importanti nel presente e quanto potranno essere utili in futuro;
- Monitorare i compiti dei propri figli: questo può contribuire a inviare loro il messaggio che i propri genitori apprezzano ciò che fanno a scuola;
- Lavorare insieme alla scuola, in un'ottica di rete, condividendo con essa gli interessi dei propri figli, cercando inoltre di svilupparli in veri e propri progetti scolastici;
- Aiutarli a capire che le situazioni difficili sono opportunità per acquisire o migliorare delle capacità e che incontrare ogni tanto delle difficoltà non significa affatto non essere intelligenti;
- Aiutare i propri figli a riconoscere e dare significato allo sforzo fatto per raggiungere un determinato obiettivo, complimentandosi con loro con esempi specifici: non dire semplicemente "ben fatto" ma piuttosto "il tuo studio ha dato i suoi frutti, ora conosci davvero questo argomento! Bravo!";
- Discutere e riflettere sulle relazioni causa-effetto coi propri figli, per capire se per raggiungere un determinato successo ci sia qualcosa da modificare nell'ambiente o viceversa siano loro a doversi adattare all'ambiente trovando strategie per risolvere la situazione. Commenti come "il mio insegnante mi odia" o "questo compito è troppo difficile non so farlo" sono indicativi del fatto che gli studenti vedono il loro ambiente come non supportante. È importante che i genitori, la scuola e gli studenti lavorino insieme per cercare di capire dove è situato il problema e come poter fare per risolverlo.
Un problema che si verifica spesso nella percezione di sé di questi studenti è che pensano che le proprie capacità non siano acquisite, bensì innate, soprattutto se non è stato discusso con loro riguardo la plusdotazione che li caratterizza; questo li porta a non tentare compiti impegnativi. I genitori dovrebbero quindi parlare coi propri figli della loro particolarità, aiutandoli a riconoscere che le loro capacità sono comunque in continua evoluzione e che sono sostenuti sia a casa che a scuola in questo. Potrebbe essere interessante per i genitori filmare i propri figli di tanto in tanto, documentando la loro crescita sia nei compiti scolastici che nella quotidianità, condividendo i video con loro in un secondo momento: saranno sicuramente sorpresi di vedere quanti progressi hanno fatto! È importante anche che i genitori condividano con i figli le proprie esperienze lavorative, sottolineando come gli sforzi da loro fatti portino a benefici, nonostante gli inevitabili aspetti negativi del mondo del lavoro. In questo modo gli studenti plusdotati (e anche tutti gli altri) possono aumentare la fiducia in loro stessi e imparare a credere nel fatto che i loro sforzi, anche se momentaneamente possono non portano i frutti sperati, alla fine verranno ripagati! Se i bambini capiscono che chi li circonda li sostiene in ciò che fanno, avranno una migliore percezione di sé e questo inevitabilmente ricadrà anche positivamente nel loro rendimento scolastico…provare per credere.